Accoglienza e Ristoro Originali!
Da antica locanda ad albergo con 32 camere situato nella valle più iconica e importante del massiccio del Grappa.
La storia di un luogo e la storia di una famiglia.
Luogo che accoglie e ristora. Eh sì, lo è proprio sin dalle sue origini! Sin dal maggio del 1956, quando la giovane Filomena Buraschi si trasferì nell’allora “casetta con due camere, senza luce, senza acqua e senza strada” per accudire il padre Lorenzo che là aveva portato solo il materasso, la rete e la statua di Sant’Antonio.
Di giorno si occupava anche di togliere spini, ortiche e rottami che le impedivano di raggiungere il pozzo dell’acqua. La sera, con la “lampada a carburo”, terminava i lavori di ricamo che le
venivano commissionati e che fino ad allora l’avevano sostentata da quando, poco più di una bambina emigrò in Francia per supportare la famiglia.
Filomena aveva perso in condizioni tragiche il marito, Tullio Campana, Carabiniere. Era stato brutalmente fucilato dai fascisti. Pochi anni dopo, anche il figlio maggiore, Giandomenico, muore in seguito alla sofferenza causatagli dagli eventi che hanno coinvolto il padre.
Ma da subito, la Valle Santa Felicita è stato luogo della Vita, della Natura rigogliosa che lo abbraccia e della forza del Monte Grappa che domina e protegge. Là, “la Mena”, come affettuosamente la chiamavano tutti, rinnova la sua forza e per amore del figlio più piccolo – Nazario - e per il carisma che aveva da sempre accompagnato la sua famiglia di origine, inizia col vendere qualche panino e vino ai soldati che venivano in Valle a fare esercitazioni. Anche solo farsi portare qualche damigiana di vino dai rivenditori, fu un atto di carità e gentilezza. Non c’erano le strade e solo la ditta Trevisani di Bassano l’aiutò, perché “gli facevo pena ed essendo cose da poco, aspettavano che io le vendessi per pagarli”, diceva!
Poco tempo dopo il papà Lorenzo allora 88enne, progetto il piano superiore con tre stanze. Il lavoro aumentava e la Mena stava sveglia di notte a preparare pasta polenta e sopressa. Ogni autunno, rimessasi un po’, chiamava un muratore e chiedeva cosa avesse potuto fare con i soldi che le erano rimasti. Così ogni anno cresceva un pezzo di muro, una camera o qualche altra cosa. Cresceva anche il piccolo Nazario che avrebbe raccolto l’eredità della sua mamma che di lui diceva essere “la sua forza e la sua preoccupazione”, che ha tanto amato e che per lui era contenta di “aver almeno aperto una strada”.
Nazario completati gli studi, si dedica con passione alla cura e allo sviluppo dell’attività, che da “Locanda”, negli anni ’80, diventa albergo. Il ristoro, l’accoglienza, la solidarietà sono valori che sono intrisi in questo luogo e che si respirano anche oggi.
Molti stranieri ma anche molte persone del luogo hanno trascorso momenti felici tra le mura “della Mena”:
- matrimoni
- battesimi
- ricorrenze
La grande sala, dal sapore di casa, è riscaldata dal fuoco del caminetto.
Non solo la stanza ne rimane scaldata… quel “focolare” riscalda gli animi di chi si siede a mangiare in compagnia.
Oggi l’albergo, ristorante Dalla Mena è alla quarta generazione con le figlie di Nazario e con le sue 32 camere, per le sue radici ma anche per lo splendido contesto naturalistico in cui è inserita è oasi di ristoro per gente vera che ama il contatto con la natura, le cose semplici e buone che non hanno tempo.